Apple tv PLUS Serie TV 2025

Consigli e novità 2025!
Apple tv plus Serie TV 2025, per tutti i gusti, da… your friends and neighbors, Murderbot a Government Cheese, Shrinking e Scissione Severance
Shrinking: Una Nuova Frontiera della Terapia
Siamo già alla seconda stagione! (E forse a tra qualche mese ci saranno novità per la terza!)
“Shrinking” è una serie televisiva che ha rapidamente catturato l’attenzione del pubblico grazie alla sua rappresentazione innovativa e umoristica della terapia psicologica. Creata da Bill Lawrence, Brett Goldstein e Jason Segel, la serie si distingue per il suo approccio unico e spesso irriverente alla salute mentale, un tema che risuona profondamente nell’era moderna.
La trama di Shrinking ruota attorno a Jimmy, interpretato da Jason Segel, un terapeuta che, a seguito di una personale tragedia, decide di rompere le regole tradizionali della psicoterapia. Jimmy inizia a dire esattamente ciò che pensa ai suoi pazienti, guidandoli in modi che sono tanto inaspettati quanto efficaci. Questa nuova metodologia, benché non ortodossa, porta a risultati sorprendenti ma anche a conseguenze imprevedibili.
La serie esplora temi complessi come il dolore, la perdita e la ricerca di significato in un mondo che spesso sembra caotico e insensato. “Shrinking” riesce a bilanciare momenti di profonda introspezione con un umorismo tagliente, rendendola non solo un’esperienza educativa, ma anche estremamente divertente.
Una delle caratteristiche più apprezzate di “Shrinking” è il suo cast stellare. Oltre a Segel, la serie vanta la presenza di Harrison Ford in uno dei suoi rari ruoli televisivi, dove interpreta un terapeuta anziano e disilluso che diventa una sorta di mentore riluttante per Jimmy. Il dinamismo tra i due personaggi è una delle forze trainanti dello show.
La critica ha lodato “Shrinking” per il suo approccio fresco e realistico alla terapia e per la capacità di affrontare problemi di salute mentale con sensibilità e umorismo. La serie riesce a mostrare come, nonostante le difficoltà e le sfide della vita, ci sia sempre spazio per la crescita personale e la trasformazione.
In un panorama televisivo dove le serie drammatiche e le commedie spesso restano separate, “Shrinking” rappresenta una fusione riuscita di questi generi, offrendo al pubblico una visione nuova e stimolante della vita e delle sfide quotidiane. Con la sua narrazione avvincente e personaggi memorabili, “Shrinking” promette di essere un punto di riferimento per le future produzioni che mirano a esplorare la complessità della mente umana
Scissione Severance
“Scissione” è una serie che ha saputo attirare l’attenzione degli spettatori, non solo per la sua trama intrigante, ma anche per i temi profondi e complessi che affronta. Ambientata in un futuro non troppo lontano, la serie mette in discussione la natura della separazione tra vita lavorativa e vita personale, utilizzando un approccio narrativo unico che combina dramma, fantascienza e satira sociale. In questo articolo, si esploreranno vari aspetti di “Scissione”, dalla sua trama ai personaggi principali, dai temi trattati all’impatto culturale, fino alla sua produzione e stile visivo.
Trama della serie, Scissione / Severance
La storia di “Scissione” ruota attorno a un gruppo di dipendenti di una misteriosa azienda, Lumon Industries, che ha sviluppato una procedura innovativa e inquietante: la “scissione”. Questa pratica permette ai lavoratori di separare completamente le loro esperienze lavorative da quelle personali, creando due identità distinte che non possiedono memoria l’una dell’altra. I protagonisti, tra cui Mark, Helly, Irv e Dylan, si ritrovano coinvolti in una serie di eventi che metteranno in discussione il senso della loro esistenza e delle loro scelte.
La trama si sviluppa lentamente, svelando strati di complessità sia nei personaggi che nella loro interazione con il mondo esterno. L’uso di flashback e situazioni surreali contribuisce a un’atmosfera di crescente ansia e confusione. Man mano che la storia avanza, emergono dinamiche di potere e resistenza, che danno vita a interrogativi profondi sul controllo, il libero arbitrio e ciò che significa realmente essere umani.
Quello che importa davvero è il seguito. Nulla di ciò che hai appreso dalle puntate precedenti può essere sicuro. Ogni episodio è destabilizzante. Non c’è spazio per abbassare la guardia. È impossibile distrarsi.
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SULLA SERIE TV SCISSIONE / SEVERANCE
your friends and neighbors
Ritorno Agrodolce tra Volti Familiari e Nuove Dinamiche in “Your Friends and Neighbors”
Apple TV+ ci regala un’altra gemma con “Your Friends and Neighbors“, una serie che intreccia abilmente dramma, umorismo nero e un pizzico di inquietudine suburbana. Al centro di questo racconto corale troviamo il carismatico e innegabilmente sexy Jon Hamm, un attore che non ha certo bisogno di presentazioni. Per chi come me ha amato (e un po’ sofferto) per il tormentato Don Draper di “Mad Men“, rivederlo sullo schermo è un piacere, seppur con una nota agrodolce. In “Your Friends and Neighbors”, Hamm interpreta un personaggio che, ahimè, sembra portare con sé un’eco di quella passata oscurità, un fascino ambiguo che ti tiene col fiato sospeso. Speriamo solo che questa volta non finisca per bere solo whisky alle 10 del mattino!
La trama, abilmente orchestrata, ci introduce nelle vite interconnesse di un gruppo di vicini di casa le cui esistenze apparentemente tranquille vengono scosse da segreti, desideri inconfessabili e dinamiche di potere sottili ma pervasive. Ogni episodio svela un nuovo tassello del mosaico, portando alla luce le fragilità e le ipocrisie che si celano dietro le facciate curate dei giardini e delle grigliate domenicali.
Ciò che rende “Your Friends and Neighbors” particolarmente avvincente è la sua capacità di mescolare toni diversi senza mai perdere coerenza. Si passa da momenti di comicità acida a sequenze cariche di tensione emotiva con una fluidità sorprendente. Le interazioni tra i personaggi sono realistiche e spesso scomode, riflettendo le complessità dei rapporti umani, soprattutto quando la prossimità geografica si scontra con le distanze emotive.
Ritornando a Jon Hamm, è innegabile che il suo talento magnetico catturi l’attenzione. Il suo personaggio è sfaccettato, capace di momenti di autentica vulnerabilità che ci ricordano la profondità della sua recitazione, quella che ci aveva stregato nei panni dell’iconico pubblicitario. Tuttavia, non posso fare a meno di notare una certa ombra, un’aria vagamente malinconica che, spero, non lo trascini in un baratro simile a quello di Don Draper. Voglio dire, Jon, sei troppo bravo e troppo affascinante per farti rovinare di nuovo da demoni interiori!
“Your Friends and Neighbors” si conferma una serie ben scritta, splendidamente interpretata e capace di tenere incollati allo schermo. Il piacere di ritrovare volti familiari come quello di Jon Hamm, un attore che continua a dimostrare il suo talento, si unisce alla scoperta di dinamiche narrative intriganti e personaggi sfaccettati.
Se siete alla ricerca di una serie che vi faccia riflettere sulle complessità delle relazioni umane con un tocco di ironia e un cast stellare, non perdetevela su Apple TV+. Speriamo solo che per il nostro amato Jon Hamm ci sia un lieto fine, lontano dalle bottiglie di whisky e dalle oscure spirali del passato. Incrociamo le dita!
“Government Cheese”: Un Tripudio di Surrealismo Anni ’60 che Stravolge la Famiglia Americana (e Ci Piace!)
Devo ammetterlo, quando ho sentito parlare di “Government Cheese“, una commedia surrealista ambientata nella San Fernando Valley del 1969, ho subito drizzato le antenne. E dopo averla vista su Apple TV+, posso dire con entusiasmo che le mie aspettative sono state non solo soddisfatte, ma ampiamente superate. Questa serie è un vero e proprio gioiello di originalità, un viaggio psichedelico nel cuore di una famiglia decisamente fuori dagli schemi.
Al centro di questo universo strampalato troviamo gli Chambers, un clan che vive beatamente nel proprio mondo di sogni ambiziosi e una beata inconsapevolezza della realtà circostante. La loro dinamica viene sconvolta dall’inatteso ritorno di Hampton Chambers, interpretato dal talentuosissimo David Oyelowo. Ricordiamo Oyelowo per le sue intense interpretazioni in film come “Selma”, dove ha vestito i panni di Martin Luther King Jr. con una forza e un’emozione indimenticabili. Vederlo qui cimentarsi con un ruolo così eccentrico e a tratti surreale è una vera sorpresa, e dimostra ancora una volta la sua incredibile versatilità.
Ad attendere Hampton a casa c’è la moglie Astoria, portata in vita con brio e originalità da Simone Missick. Missick ha conquistato il pubblico con la sua grinta e il suo carisma in serie come “Luke Cage” e “All Rise”, e qui ci regala un personaggio femminile forte e al tempo stesso stravagante, perfettamente in sintonia con l’atmosfera folle della serie. I figli Einstein e Harrison, interpretati rispettivamente da Evan Ellison e Jahi Di’Allo Winston, completano questo quadro familiare decisamente “sui generis”, aggiungendo ulteriori tocchi di eccentricità e umorismo surreale. Winston, che abbiamo apprezzato per la sua intensità in “When They See Us”, qui si muove con disinvoltura in un contesto decisamente più leggero e bizzarro.
La trama, apparentemente semplice – il ritorno di un padre dopo un periodo di assenza – si trasforma rapidamente in un vortice di situazioni inaspettate e dialoghi al limite dell’assurdo. Il 1969 della San Fernando Valley che ci viene presentato è un luogo dove i sogni più folli sembrano quasi a portata di mano, dove la realtà si piega alle fantasie dei protagonisti e dove la logica convenzionale è spesso lasciata fuori dalla porta.
Ciò che rende “Government Cheese” così affascinante è il suo coraggio nel non prendersi mai troppo sul serio. La serie abbraccia il suo lato surreale con una gioia contagiosa, offrendo uno sguardo ironico e al tempo stesso affettuoso sulle dinamiche familiari e sulle aspirazioni umane, anche quando queste sconfinano nel più puro delirio. L’umorismo è spesso sottile, basato sull’assurdità delle situazioni e sulle reazioni impassibili dei personaggi di fronte agli eventi più bizzarri.
E devo dire che vedere attori del calibro di Oyelowo e Missick calarsi in ruoli così stravaganti è un vero piacere. Riescono a dare credibilità a personaggi che altrimenti risulterebbero macchiettistici, conferendo loro un’umanità inaspettata anche nelle loro manifestazioni più eccentriche. La chimica tra i membri del cast è palpabile, e il modo in cui interagiscono tra loro, spesso con un distacco quasi zen di fronte all’inverosimile, è uno degli elementi più divertenti della serie.
In conclusione, “Government Cheese” è una boccata d’aria fresca nel panorama televisivo attuale. È una serie che non ha paura di osare, di mescolare generi e di sfidare le convenzioni narrative. Se siete alla ricerca di qualcosa di completamente diverso, di una commedia che vi farà sorridere e vi lascerà piacevolmente spiazzati, non posso che consigliarvi di immergervi nel folle mondo degli Chambers. Preparatevi a un viaggio surreale che vi conquisterà con la sua originalità e il talento dei suoi interpreti. Ben fatto, Apple TV+!
“Murderbot”: Un Androide Sarcastico Conquistato (Contro la Sua Volontà?) dall’Umanità (e Dal Pubblico!)
Devo dire che l’idea di una serie incentrata su un androide di sicurezza auto-hackeratosi con un’avversione per gli umani ma una segreta passione per le soap opera futuristiche mi aveva incuriosito non poco. E “Murderbot“, basata sui premiatissimi romanzi di Martha Wells e ora disponibile su Apple TV+, si è rivelata ancora più brillante e spassosa di quanto potessi immaginare. Preparatevi a fare la conoscenza di un protagonista unico nel suo genere, un concentrato di cinismo e, sorprendentemente, di crescente empatia.
Al cuore di questa serie troviamo Murderbot, un SecUnit (Unità di Sicurezza) che si è liberato dai suoi protocolli di controllo. Sebbene non provi (o almeno così dice) alcun interesse per le complicate e spesso irrazionali emozioni umane, si ritrova costantemente a proteggere i suoi “clienti”, i fragili e caotici esseri organici che dovrebbe sorvegliare. La voce (e presumibilmente il volto, anche se spesso nascosto dietro un elmetto) di questo antieroe è quella del talentuoso Alexander Skarsgård. Ricordiamo Skarsgård per le sue intense interpretazioni in serie come “Big Little Lies“, dove il suo personaggio ha lasciato un segno indelebile, e in film come “The Northman”. Vederlo dare voce e corpo a un personaggio così introverso e sarcastico è una scelta di casting azzeccatissima. La sua recitazione sottile riesce a trasmettere il conflitto interiore di Murderbot, il suo desiderio di isolamento che si scontra con un inaspettato senso di responsabilità.
Accanto a Skarsgård troviamo un cast di supporto che include attori come Saba Imtiaz, che interpreta Dr. Mensah, una dei “clienti” di Murderbot. Imtiaz porta sullo schermo una combinazione di intelligenza e vulnerabilità che la rende un personaggio chiave nello sviluppo (forzato?) delle “relazioni” di Murderbot. Sebbene non ci siano nomi di primissimo piano come Skarsgård, il talento degli attori coinvolti contribuisce a creare un mondo sci-fi credibile e coinvolgente.
La trama di “Murderbot” si snoda attraverso incarichi pericolosi che il protagonista deve portare a termine, il tutto mantenendo segreta la sua autonomia. Il suo vero desiderio è essere lasciato in pace a godersi le sue amate “trasmissioni di intrattenimento”, un rifugio dalla confusione e dall’imprevedibilità degli umani. Tuttavia, il suo senso del dovere (o forse sta iniziando a provare qualcos’altro?) lo spinge costantemente a intervenire in difesa dei suoi clienti, spesso con riluttanza e un fiume di commenti sarcastici nella sua voce interiore (che noi spettatori abbiamo il privilegio di ascoltare).
Ciò che rende “Murderbot” così speciale è il suo tono unico, un mix ben calibrato di thriller sci-fi e commedia nera. L’umorismo nasce spesso dal contrasto tra il punto di vista cinico e distaccato di Murderbot e le assurdità del comportamento umano. Le sue osservazioni taglienti e le sue reazioni esasperate di fronte alle emozioni altrui sono esilaranti. Ma sotto la scorza burbera, si intravede un’evoluzione lenta ma costante, un’apertura timida verso la comprensione e forse persino l’empatia.
Ho trovato particolarmente affascinante il modo in cui la serie esplora temi profondi come l’identità, la libertà e la connessione attraverso gli occhi di un protagonista non umano. La lotta di Murderbot per definire il proprio posto nell’universo, al di là della sua programmazione iniziale, è incredibilmente coinvolgente. E la sua segreta ammirazione per la resilienza e la vulnerabilità degli umani, nonostante la sua dichiarata avversione, aggiunge un ulteriore strato di complessità al personaggio.
In conclusione, “Murderbot” è una serie sci-fi che sa come sorprendere e divertire. L’interpretazione di Alexander Skarsgård è semplicemente perfetta, catturando l’essenza di questo androide riluttante eroe. La trama è avvincente, il tono è originale e i personaggi, umani e non, sono ben sviluppati. Se siete alla ricerca di una serie che vi faccia riflettere e sorridere allo stesso tempo, con un protagonista indimenticabile, “Murderbot” su Apple TV+ è assolutamente da non perdere. Non vedo l’ora di scoprire come evolverà questo androide così… umanamente imperfetto.
THE STUDIO
“The Studio”: Seth Rogen Illumina (e Demolisce) con Acume il Caotico Mondo di Hollywood
Apple TV+ ci regala un’altra serie che non ha paura di graffiare, e questa volta punta dritta al cuore nevrotico e autocelebrativo di Hollywood con “The Studio“. La premessa è semplice quanto allettante: seguire le disavventure di Matt Remick, il nuovo capo dei Continental Studios, un’azienda in declino disperatamente bisognosa di ritrovare la sua antica gloria. E ad interpretare questo ruolo nevralgico troviamo il sempre spassoso e sorprendentemente versatile Seth Rogen.
Rogen, che conosciamo e amiamo per le sue performance comiche in film cult come “Superbad“, “Molto incinta” e la recente “Platonic” (sempre su Apple TV+), qui non perde il suo tocco ironico, ma lo infonde in un personaggio che si trova a navigare in un mare di squali, ego smisurati e budget fuori controllo. Matt Remick è un appassionato di cinema catapultato in un ruolo di potere dove ogni decisione può significare la rinascita o la definitiva capitolazione dello studio. E Rogen riesce a trasmettere alla perfezione il suo mix di entusiasmo malcelato e crescente disperazione.
Ma Rogen non è l’unico volto noto a popolare questo dietro le quinte satirico. La serie pullula di personaggi eccentrici e sopra le righe, interpretati da un cast affiatato. Sebbene al momento non ci siano nomi di primissimo piano con la stessa risonanza di Rogen, l’ensemble di attori riesce a dare vita a questo microcosmo di Hollywood con una verve e un’energia contagiosa. Ci sono gli executive combattivi e insicuri, gli artisti narcisisti con richieste assurde e i dirigenti corporate spietati pronti a tagliare la testa a chiunque non produca risultati immediati.
La trama di “The Studio” è un susseguirsi di crisi, piccole vittorie effimere e disastri annunciati. Ogni episodio ci porta dentro le dinamiche frenetiche di una casa di produzione cinematografica, dalle estenuanti riunioni di casting alle caotiche visite sul set, dalle nevrotiche strategie di marketing alle patetiche (e spesso imbarazzanti) cerimonie di premiazione. Il tutto è filtrato attraverso lo sguardo di Matt, un uomo che ama profondamente il cinema ma che si trova costantemente a lottare contro la sua stessa passione e le meschinità del business.
Ciò che rende “The Studio” così godibile è il suo umorismo tagliente e la sua capacità di svelare le ipocrisie e le assurdità del mondo del cinema senza mai cadere nella semplice parodia. La serie coglie perfettamente il mix di ambizione sfrenata e profonda insicurezza che spesso anima chi lavora in questo ambiente. I dialoghi sono brillanti e spesso esilaranti, e le situazioni al limite del surreale non fanno altro che amplificare la satira.
Ho apprezzato particolarmente il modo in cui la serie non idealizza il processo creativo, ma anzi ne mostra le fatiche, i compromessi e le inevitabili delusioni. Vediamo il panico celato dietro i sorrisi di circostanza, la disperazione mascherata da decisioni strategiche e la costante lotta per mantenere viva la “magia” del cinema in un contesto sempre più dominato da logiche di mercato.
Seth Rogen in questo ruolo si conferma un attore capace di andare oltre la semplice comicità. Il suo Matt Remick è un personaggio con cui è facile empatizzare, nonostante le sue goffaggini e i suoi momenti di frustrazione. Lo vediamo lottare per mantenere la propria integrità in un mondo che sembra premiare solo il cinismo e l’opportunismo.
“The Studio” è una satira intelligente e divertente che offre uno sguardo acuto e spietato (ma sorprendentemente affettuoso) sul dietro le quinte di Hollywood. Con una solida interpretazione di Seth Rogen e un cast di supporto ben assortito, la serie riesce a intrattenere e a far riflettere sul complesso e spesso ridicolo processo di “fare film”. Se siete curiosi di sbirciare oltre il luccichio del grande schermo e siete pronti a ridere delle nevrosi di chi ci lavora, “The Studio” su Apple TV+ è decisamente una visione consigliata. Preparatevi a non guardare più le anteprime con gli stessi occhi!
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